COMPLESSO BENEDETTI
Il complesso Benedetti si compone di quattro corpi di fabbrica, posti sulla riva sinistra del fiume lombricese: due sono destinati alle attività produttive e due ad uso di deposito. Le attività che vi si svolgevano erano la frangitura delle olive e la molitura dei cereali. Il mulino è rappresentato da uno stabile di medie dimensioni del quale rimangono in alzato le strutture perimetrali. La facciata principale presenta una grande apertura posta sul piano di calpestio, interpretabile come la porta di accesso, sul retro si individua invece l’alloggio per la ruota esterna verticale il cui albero di trasmissione passava attraverso un foro praticato nel muro che faceva a capo a quello che probabilmente costituiva il pianterreno dello stabile. L’interno è caratterizzato da evidenti strati di crollo e la presenza di una macina e di una serie di mortai. Questi elementi fanno pensare però ad una polveriera e non a un mulino, perché presentano una situazione simile a quella riscontrata presso il polverificio Pardini, dove sono presenti sia i mortai che le macine destinate alla lavorazione del nitro e dello zolfo. In realtà i mortai sono presenti perché inizialmente l’opificio era destinato a ospitare un polverificio, ma subisce subito una trasformazione e i mortai vengono lasciati in loco. Nelle immediate vicinanze dello stabile è presente un secondo corpo di fabbrica in pianta rettangolare, identificato tramite catasto come una colombaia.
A poche decine di metri dall’impianto molitorio si sviluppano altri due corpi di fabbrica, uno interpretabile come un frantoio-frullino, il secondo come un deposito. Il corpo di fabbrica principale si presenta a pianta rettangolare; sulla facciata posta a sud è presente una struttura ad arco che costituiva uno degli ingressi allo stabile attraverso il quale si accedeva ad uno degli ambienti destinati a uso di frullino. L’interno è composto da un grande ambiente diviso da un arco a tutto sesto in due locali di diverse dimensioni. All’interno del locale più grande si distinguono due macelli, costruiti in muratura e laterizi con tracce lignee legate al rivestimento interno, sui quali insistevano le macine del frantoio. Nel locale più piccolo è presente un’altra struttura destinata alla funzione di macello, funzionale però a un frullino. Dall’ambiente in questione si accede ad un’altra parte di edificio dove sono presenti le vasche probabilmente usate per la decantazione dell’olio.
Per quel che riguarda l’alimentazione della struttura è stato possibile rintracciare solo il tratto finale del canale costruito artificialmente in materiale lapideo.