GOMBITELLI, UN MUSEO A CIELO APERTO

Il paese dei fabbri ferrai

Gombitelli è conosciuto come il paese dei fabbri ferrai. Le fucine si trovavano all’interno delle abitazioni ed erano specializzate nella produzione a mano di piccoli oggetti in ferro, in particolare dei famosi chiodi. La lavorazione del ferro si sviluppò a partire dal ‘500, dopo che nuove popolazioni provenienti dall’Italia del Nord si stabilirono in paese. Venute presumibilmente da un’area posta al di là degli Appennini, queste popolazioni portarono a Gombitelli i propri aspetti produttivi, culturali e soprattutto il loro peculiare dialetto.

Approfondimento

Si sviluppò così una manifattura del ferro in un luogo piuttosto isolato e impervio, afflitto da sempre da problemi di approvvigionamento idrico e lontano da giacimenti di materia prima. La nuova esperienza artigianale cambiò nel piccolo la struttura sociale, economica e anche insediativa del paese.

Data la scarsità di fonti energetiche, le difficoltà negli spostamenti e nella movimentazione del materiale, e in ragione delle piccole dimensioni dei luoghi di lavoro, i fabbri ferrai gombitellesi si specializzarono da subito nella realizzazione di piccoli manufatti dal più vario uso: dagli utensili domestici per la cucina come i testi, agli attrezzi per il lavoro nei campi come falci e pennati; dalle suppellettili alle piccole componenti della meccanica di artiglieria, dalle serrature delle porte fino ai caratteristici chiodi. Una tradizione longeva divenuta mestiere e occupazione prevalente per intere generazioni di uomini e donne, anche quando, a partire dal secondo Novecento, la meccanizzazione delle produzioni ha di fatto allontanato dal paese numerose famiglie di artigiani, divenuti poi imprenditori del ferro in varie località delle province di Lucca e di Pisa.