Collegiata di Santa Maria Assunta

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La Chiesa Collegiata di Santa Maria Assunta si trova in pieno centro storico. Fondata nel 1278, si distingue anche per la particolare devozione al Nome di Gesù, culto avviato da San Bernardino nel 1424 e ufficializzato dalla Santa Sede nel 1683. Circa trent’anni dopo la costruzione del Campanile, terminato nel 1356,  il Pontefice Urbano VI Prignano con la bolla del 4 gennaio 1387, concesse alla Chiesa di Santa Maria il privilegio del fonte battesimale, togliendo alla giurisdizione della Pieve tutto il territorio della parrocchia.

In seguito la Chiesa di Santa Maria Assunta fu anche insignita del titolo di Collegiata nel 1515 e di Insigne nel 1796.

Veduta della Piazza S. Bernardino dalla Collegiata

La Collegiata: storia della sua edificazione

Per l’edificazione della chiesa fu certamente presa come esempio l’Abbazia di San Pietro (Badia), anche se con le dovute modifiche strutturali. La facciata è scandita da due porte: una centrale e una minore a destra con architrave su capitelli scannellati, lunetta ed archivolto. Sopra la porta mediana si apre un rosone a sua volta sormontato da una croce greca a traforo.

Oltre alle due porte in facciata, esistono altri due ingressi: la cosiddetta “porta dei Catacumeni” (oggi chiusa e che dà su via Vittorio Emanuele) e la “porta dei Fondesi”, ancora in uso. All’esterno della chiesa sono presenti tre epigrafi, una delle quali si trova esposta al Civico Museo Archeologico.

La chiesa di Santa Maria Assunta ha subito nel corso del tempo molti restauri e rifacimenti, ad esempio nel 1448 si decise di ampliare l’edificio, che raggiunse i 36 metri, mentre nel 1458 venne completato il rivestimento della facciata romanica; inoltre, la Collegiata negli ultimi anni del XVIII secolo fu adattata allo stile rococò sotto la guida dell’architetto Tommaso Pezzini, elementi però successivamente eliminati nel 1915 in seguito ad un’importante opera di restauro in stile romanico. 

Gli interni della Collegiata

L’interno è stato sottoposto a molte modifiche tra il XV e il XIX secolo e oggi si costituisce di tre navate divise da archi sorretti da pilastri romanici. La navata centrale è ricoperta da una volta a botte, mentre quelle laterali da volte a crociera. Gli altari risalgono al Sei e al Settecento, tranne l’Altare maggiore realizzato da Vincenzo Santini di Pietrasanta nel XIX secolo. 

L’interno della Collegiata

Per quanto riguarda il lato di sinistra della chiesa, nella cappella dedicata al Santissimo Sacramento in fondo alla navata, si trova la Comunione degli Apostoli, tela di Pier Dandini, pittore fiorentino vissuto a cavallo fra il XVII e il XVIII secolo, mentre sul primo altare di sinistra è possibile osservare un Crocifisso ligneo del Trecento. 

Nella cappella della navata opposta, dedicata alla Vergine, si trova la tela con l’Annunciazione di Stefano Tofanelli, risalente al 1805.

Sempre nella navata destra è bene ricordare la statua della Madonna di Vincenzo Santini, collocata all’interno dell’urna in sostituzione della Vergine Annunciata della Scuola del Civitali (XV secolo), oggi conservata al Museo d’Arte Sacra di Camaiore insieme a molte altre opere che un tempo furono di proprietà della Collegiata, e la Madonna col Bambino e i Santi Agata, Carlo Borromeo e Rocco di Giovanni Marracci, tela che conserva la sua ubicazione originaria sull’altare della famiglia Cerù eretto nel 1680 e restaurata nel 1999. 

Madonna col Bambino e i Santi Agata, Carlo Borromeo e Rocco – Giovanni Marracci (restauro di Laura Franceschini, 1999)

Nell’abside, infine, si possono ammirare le quattro tele di Benedetto Brandimarte, pittore lucchese del XVI secolo: l’Assunzione della Vergine, i Santi Pietro e Paolo e l’Incoronazione della Vergine.