ETA’ ROMANA
Dopo la fondazione romana di Lucca (180 a.C.) e di Luni (177 a.C.) alla metà del II sec. a.C. Il territorio tra Arno e Magra viene spartito tra Pisa, città federata di Roma e la colonia di Luni, con il confine segnato dal fiume Versilia. Viene costruita la Via Aemilia Scauri/Aurelia Nova da Pisa in direzione di Luni e viene fatta la centuriazione della fascia costiera, ancora rintracciabile per alcuni tratti tra Querceta e Pietrasanta. Le terre sono assegnate ai nuovi coloni con la creazione di insediamenti agricoli dotati di impianti produttivi, le villae rusticae, fattorie con parte abitativa e parte rustica per la produzione agricola. Hanno fondazioni in pietra, alzati in mattoni o incannicciato, pavimenti in cocciopesto o laterizi e tetto con tegole e coppi. La più importante nel territorio è ubicata all’Acquarella presso Capezzano Pianore, in un’area ai piedi delle colline coltivate a oliveti, che presenta una serie di strutture relative a un frantoio utilizzate in maniera pressoché ininterrotta tra la fine del II-I sec. a.C e il V sec. d.C. Le ricche famiglie che gestiscono le risorse del territorio si fanno costruire in aree panoramiche villae d’otium per le attività ricreative e di rappresentanza, come quella di Massaciuccoli (Massarosa), edificata in tarda età augustea per la ricca famiglia pisana dei Venulei. Nella fase di romanizzazione del territorio (II-I sec.a.C.) le sepolture prevedono ancora il rituale funebre ligure, ma durante l’età imperiale (I-II secolo d.C.) le ceneri dei defunti vengano poste in piccole urne di marmo con necropoli collocate vicino agli insediamenti rurali e ai principali assi stradali. Sono presenti anche sepolture a inumazione in tombe a fossa ricoperte con lastroni di pietra e dal III secolo d. C. le “tombe alla cappuccina” dalla caratteristica struttura a doppio spiovente fatta di tegole, laterizi e coppi. Si diffondono i sarcofagi in marmo decorativo con bassorilievi come quello oggi conservato presso la Pieve di Santo Stefano e le epigrafi funerarie come quella dedicata a Camilla Valeriae rinvenuta nell’area di Lombrici. Durante la fase tardoantica (IV-V secolo d.C.) risultano ancora attivi gli impianti rurali con presenza di materiali di importazione soprattutto dall’Africa. Luni, principale porto del territorio, ha traffici commerciali con l’area bizantina, consentendo anche nell’area versiliese la circolazione monetaria e la diffusione dei prodotti dalle aree del Mediterraneo, quali anfore africane e iberiche per il trasporto dell’olio e del garum, la salsa di pesce tipica della cucina romana.