MONASTERO DI GELLO
Sullo sfondo delle rupi del monte Penna, sorgeva un altro luogo sacro, il monastero delle monache benedettine a Gello. La notizia più antica che possediamo su questo luogo di culto risale alla seconda metà dell’VIII sec. Questo monastero non tardò ad avere una notevole importanza ed a godere di numerosi privilegi, come viene testimoniato in una bolla pontificia del XII sec., in virtù della quale, il monastero veniva posto sotto la diretta dipendenza e la speciale protezione della sede apostolica unitamente ai suoi vasti territori. La chiesa di questo ordine si è ben conservata, grazie anche ai restauri che sono stati eseguiti verso la metà del XIX sec., è stata realizzata da una fabbrica minore della scuola romanico-toscana. Questa ecclesia fu originariamente dedicata a San Martino. Fra gli olivi ed i cipressi, si erge questo austero monumento architettonico, realizzato alla fine del XII sec. La facciata presenta una base che funge da zoccolo a quattro pilastri, due laterali più ampi e al centro più piccoli, i quali si innalzano a sostenere un frontespizio. L’insieme del prospetto è come diviso in tre specchi pressoché uguali. La porta d’ingresso è formata da due grandi pilastri con capitelli, sui quali poggia l’architrave. La chiesa è ad una sola navata, molto ampia, la quale riceve luce da sei monofore. Guardando in alto, sulla parte destra, si può notare un’apertura rettangolare, appartenente al campanile il cui muro fu costruito a ridosso di quello della chiesa. In questo edificio è presente un grazioso pilino dell’acqua santa, sorretto da un piccolo tronco di rozza colonna, che anticamente dovette servire da urna cineraria. È di forma cubica, le sue facce sono ornate di fregi ed arabeschi misti a teste umane ed a figure di strani animali.