Museo d’arte sacra

Il Museo d’Arte Sacra di Camaiore si situa in un edificio del XVII secolo, antico hospitales posto lungo la via Francigena, poi diventato sede della Confraternita di San Michele Arcangelo, riunitasi nel 1893 con l’altra Confraternita del SS. Sacramento e S. Vincenzo Martire. È stato inaugurato il 9 giugno 1934 sotto la guida di Ugo Procacci, a cui si deve il primo allestimento e catalogazione, con la volontà di conservare e preservare dal pericolo di furto le più importanti opere d’arte camaioresi.
L’edificio presenta sulla facciata un doppio ordine di quattro arcate del sec. XVII. Sopra la porta di destra, cioè la porta di ingresso, uno dei 4 nomi di Gesù recanti il taumaturgico monogramma con la data del 1631, l ‘ anno in cui la peste raggiunse il territorio di Lucca. Solo Camaiore ne rimase immune, grazie alla promessa fatta da S. Bernardino due secoli prima (1424-1428), ed a Suor Cherubina dell’ Agnus Dei che i camaioresi chiamarono “salvatrice di Camaiore”.
Il Museo si presentava inizialmente come luogo di raccolta di arredi, dipinti, paramenti, suppellettili sacre dal XIV al XVI secolo, provenienti dalla principali chiese di Camaiore (Collegiata, S. Maria della Stella, S. Michele, Dolori, S. Croce e la Badia di San Pietro) e del territorio (S. Margherita a Montebello, S. Ansano a Vado e S. Giuseppe a Greppolungo) ma, con il tempo, il Museo ha arricchito le proprie collezioni, divenendo sede di importanti mostre e oggi raccoglie alcune fra le più interessanti opere d’arte locali.
La collezione del museo si articola in sei sale, che presentano importanti manufatti d’arte, parati liturgici, oggetti di oreficeria sacra, dipinti e sculture lignee. Tra questi, il visitatore potrà ammirare la ben nota Vergine Annunciata di Matteo Civitali, che ha riacquisito il suo aspetto originario grazie ad un attento restauro, e un’incredibile varietà di dipinti tra cui spiccano il polittico di Francesco di Andrea d’Anguilla e la maestosa pala con Madonna in trono e il Bambino fra i santi S. Giovanni Battista, S. Andrea, S. Pietro e S. Sebastiano.
Questo grande dipinto, proveniente dalla Chiesa di S. Maria Albiano, è attribuito a Vincenzo Frediani (1481-1505), forse il più tipico e prolifico esponente della pittura lucchese della fine del XV secolo. Oltre ai preziosi arredi liturgici e ai raffinati esempi di oreficeria sacra, la collezione include anche un’opera di grande rarità: un imponente arazzo fiammingo databile agli inizi del Cinquecento e fortunatamente salvato da un tentativo di furto nel 1932.