PALEOLITICO

Il territorio di Camaiore, nella sua fascia collinare e di mezza quota tra la pianura e i monti (300-800 metri) è ricco di grotte, anfratti naturali e ripari sotto roccia, oltre a torrenti e sorgenti naturali. E’ stato quindi un habitat ideale per i gruppi umani nel corso della Preistoria con una frequentazione a partire dalla fine del Paleolitico medio intorno a 40 000 anni da oggi. Gli ultimi rappresentanti di Homo Neanderthalensis hanno lasciato tracce della loro presenza prima alla Buca del Tasso, dove è stato rinvenuto il femore di bambino di circa 9 anni e poi a Grotta all’Onda. Qui stazionano fino a circa 36 000 anni da oggi, con una frequentazione sporadica, probabilmente nekl periodo estivo, mentre nel periodo invernale la grotta è una tana rifugio per l’orso speleo, come testimoniano i numerosissimi resti ossei rinvenuti. Si tratta comunque di una delle ultime testimonianze dei Neandertaliani in Europa prima della loro definitiva scomparsa. Dopo l’arrivo di Homo sapiens (inizio del Paleolitico superiore) il territorio montano viene progressivamente abbandonato a causa del peggioramento climatico dell’ultima fase glaciale, che ha il suo picco tra 22 000 e 18 000 anni da oggi, quando i gruppi di cacciatori-raccoglitori continuavano a popolare l’ampia pianura costiera, come testimoniano i numerosi reperti recuperati dal Lago di Massaciuccoli. Il miglioramento successivo delle condizioni ambientali, alla fine del Paleolitico Superiore, comporta la ripresa della frequentazione da parte dell’uomo del territorio collinare e montano, intorno a 12 000 anni da oggi, come testimoniano i recenti scavi archeologici a Grotta all’Onda che hanno portato alla luce un’area di combustione all’ingresso della cavità con resti di pasto e manufatti in selce e diaspro riferibili all’Epigravettiano finale e un’area di lavorazione della selce nel Riparo sotto roccia esterno alla cavità. Con il passaggio all’Olocene (11.700 anni da oggi) il clima diventa ancora più temperato e l’innalzamento delle temperature porta i cacciatori-raccoglitori a frequentare anche le alte quote montane alla ricerca di selvaggina e per l’approvvigionamento di materie prime. Sugli alti crinali delle Alpi Apuane e dell’Appennino tosco-emiliano sono presenti accampamenti stagionali all’aperto con i campi-base a mezza costa (400-500 metri di quota) in ripari sotto roccia o all’aperto, in prossimità del fondovalle. Non sono segnalati al momento rinvenimenti per questa fase (Mesolitico) nel territorio, ma si tratta senz’altro di una lacuna destinata a essere colmata con una ricognizione più puntuale del territorio.