CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO

I monaci pensarono subito ai bisogni religiosi dei fedeli, edificando per essi, in cima al Borgo Vecchio, una piccola chiesa in onore di San Michele Arcangelo.  Recentissimi scavi hanno messo in evidenza parte del muro perimetrale, dell’abside e il basamento dell’altare di un precedente edifico religioso di dimensione ed orientamento simile a quello attuale. Dal confronto con quel gioiello di antica architettura che fu questa ecclesia, distrutta durante la Seconda guerra mondiale e ricostruita in seguito, si potrebbero trarre utili ragguagli sulla struttura della primitiva chiesa del monastero di San Pietro. Molto probabilmente doveva essere nettamente più piccola dell’attuale, ad una sola navata, col pavimento tutto d’un piano, con un unico altare in pietra, scarsamente illuminata, ma spirante, nella sua estrema semplicità, fede ardente e devozione profonda. Di questa originaria costruzione possiamo vedere ancora oggi le tracce nelle parti medie delle mura laterali all’esterno, per la loro disposizione, l’erosione e la qualità dei filaretti di pietra di cui sono formate. La chiesa di San Michele Arcangelo, secondo alcuni documenti, esisteva già nel 925 d.C., dipendeva anche essa dal vescovo di Lucca, ma ne erano i patroni i monaci dell’abbazia di S. Pietro. Certamente è nell’abbazia che trovò asilo l’arcivescovo di Canterbury Sigerico quando, nel 990, fece il suo viaggio di ritorno da Roma, annotando le diverse tappe del percorso lungo la via Francigena e riportando, appunto, come XXVII stazione, Campus Major.