AL MULINACCIO

Si trova nel catasto a partire da metà Cinquecento, probabilmente con la funzione di macinare le castagne. Durante il periodo in cui era attivo ha subito molte modifiche. Smette di comparire nel catasto dalla prima metà del XIX secolo. I resti materiali attribuibili al Mulinaccio sono decisamente in rovina. Era un unico corpo di fabbrica diviso in due ambienti: un primo ambiente posto sul piano di calpestio del sentiero, e un secondo posto sopra al primo. La struttura nel suo insieme si presenta semi-interrata con evidenti strati di crollo all’interno dei locali di lavoro. In situ è presente la macina, il cui diametro è di 122 cm, posta probabilmente nella sua posizione originaria, dato che lì vicino si trova il gorile che presenta in corrispondenza un piccolo ambiente a volta riconducibile all’alloggio per la ruota orizzontale. Inoltre sono ben visibili la presa e lo sbarramento del corso d’acqua; infatti a monte dei resti del complesso si riconosce il gorile che dalla presa giunge all’impianto molitorio nel quale si immette attraverso una piccola apertura localizzata sulla parete posteriore dello stabile attraverso la quale passava probabilmente la doccia.